Via dell’Agnello (R. I – Monti) (da via Cavour a via della Madonna dei Monti)
La via ha preso il nome da un'insegna in terracotta di un “fornaciaro” [1].
Nel bivio delle strade dette del Colosseo e dell’Agnello (oggi chiamata via del Cardello: prosecuzione, al di là di via Cavour, di via dell'Agnello) è ancora in piedi la chiesuola di S. Andrea de Portugallo ora S. Maria ad Nives.
L’origine della prima denominazione si vuol dedurre da quella ricordata da Varrone (116 a.C. – 27 a.C.) “ad busta gallica” [2].
Ancora sotto Innocenzo III (Lorario dei Conti di Segni - 1198-1216) la località era detta “in Gallicis” ed in seguito si chiamò “de arcu aureo (Arco de' Pantani)” dal non lontano arco del Foro di Nerva.
La facciata della Chiesa guarda il Colosseo, ed annesso al piccolo tempio v’era un monastero (ingresso su via del Colosseo) che godeva nel XII sec il beneficio del presbiterio.
Fu già chiesa parrocchiale, poi diventò beneficio semplice [3] di nomina del cardinale di San Pietro in Vincoli. L´anno 1607 fu concessa all´Università dei Rigattieri, i quali la riedificarono a loro spese. Rimase deserta dopo l´anno 1798 e quindi fu concessa alla Confraternita di Santa Maria della Neve, che tuttora la detiene e dalla quale viene più comunemente oggi denominata la suddetta chiesuola: in alcuni cataloghi è ricordata anche col nome di Sant´Andrea de Tabernula (Armellini).
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[1] ) "Fornaciaio" addetto al forno, in questo caso, del pane.
[2] ) Luogo dove, secondo Varrone furono bruciate le ossa dei Galli, dopo che la città fu ripresa da Camillo.
[3] ) Il beneficio è curato o non curato (semplice), a seconda se implichi (o no) la cura di anime.
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